(9) La scala della profondità di campo e i fenomeni ottici: le sorgenti fuori fuoco

Nello scattare fotografie descrittive il problema della messa a fuoco è prioritario. Una fotografia descrittiva si può dire tale se descrive bordi nitidi per l'oggetto d'interesse e per il suo sfondo, vale a dire l'oggetto è in realtà un soggetto che si muove all'interno di un racconto come in un tessuto narrativo descritto dallo sfondo. Questa metafora è importante da tenere in mente se si vuole cercare di scattare fotografie che raccontino qualcosa ed elevarsi nell'Olimpo dei grandi fotografi.

Una volta scelto un diaframma che permetta una buona nitidezza - f/16 o f/22 - non abbiamo risolto il nostro problema perchè non sappiamo però dove mettere a fuoco.
Per far questo è conveniente usare la scala della profondità di campo. Essa è indicata come una scala graduata in metri.
Una profondità di campo impostata a infinito renderà soggetto e sfondo ugualmente a fuoco.

Per poter conoscere la profondità di campo risultante nella fotografia finale però non è sufficiente guardare attraverso il mirino, mettere a fuoco e scattare. L'anteprima della profondità di campo è visibile grazie ad un tipico pulsante che chiude il diaframma della quantità impostata in fase di scatto.

Questo comando per il controllo visivo della profondità di campo è un aiuto insostituibile per il fotografo ed è al contempo una delle funzione peggio conosciute presenti su una reflex.

Partendo da tutta apertura e tenendo premuto il pulsante anteprima profondità di campo, provate a chiudere il diaframma a vari passi. L'immagine attraverso il mirino diventerà sempre più scura ed al contempo più nitida.

FENOMENI OTTICI: Le sorgenti fuori fuoco
Le leggi dell'ottica ci insegnano che oltre una certa dimensione del diaframma, normalmente quando esso è chiuso, la luce che vi passa attraverso e raggiunge il sensore prenderà la forma delle lamelle. Più il soggetto è lontano e più vivida e intensa la luce, più diffuso diventerà il circolo di luce.

Nelle fotografie notturne, un piccolo accorgimento per far sì che le luci in distanza appaiano a punte, è di impostare il diaframma oltre f/11. Questo effetto è dovuto all'azione diffrattiva del diaframma sulla luce proveniente.

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