E' importante distinguere fra fotografia a distanza ravvicinata e distanza normale. Nella fotografia a distanza normale - oltre 50 cm - è utile appoggiarsi ad un supporto o sfruttare treppiedi.
Una mia macro, ritratta con un obiettivo zoom Nikon 18-105 G VR a tutta apertura. Il rapporto di riproduzione non è ottimale per la fotografia macro infatti la farfalla è stata ripresa alla distanza di oltre 50 cm e non occupa tutta la fotografia
Fra gli strumenti per la macrofotografia, gli obiettivi più versatili ma anche più costosi sono gli obiettivi macro. Essi non vanno confusi con gli obiettivi zoom che permettono riprese a distanza ravvicinata: un vero obiettivo macro permette di avvicinarsi al soggetto tanto da poterlo riprodurre sulla pellicola a grandezza naturale, in rapporto 1:1, cioè l'immagine sul sensore 35 mm ha la stessa dimensione dell'immagine reale. Fare questo è compito assai complesso perchè in campo ravvicinato la fisica insegna che i fenomeni di aberrazione ottica e cromatica tendono a deformare l'immagine sia geometricamente sia dal punto di vista dei colori.
Rapporto di riproduzione
Effettuando riprese ravvicinate (soprattutto con l'ausilio di tubi di prolunga) in genere non si parlerà di distanza di messa a fuoco, ma di rapporto di riproduzione definito come il rapporto tra le dimensioni del soggetto impressionato sulla pellicola e le sue dimensioni reali.
In pratica, immaginando di riprendere un quadro di cm 2 di lato in funzione delle dimensioni che saranno registrate sulla pellicola determineranno il relativo rapporto di riproduzione, secondo il seguente schema:
dimensione reale 2 x 2
Dimensione sulla pellicola
2 cm = rapporto 1:1
1 cm = rapporto 1:2
0,5 cm = rapporto 1:4
4 cm = rapporto 2:1
In pratica il rapporto di riproduzione sarà destinato alla frazione nella quale la prima cifra indica le dimensioni registrate sulla pellicola e la seconda cifra le reali dimensioni del soggetto. 2 cm = rapporto 1:1
1 cm = rapporto 1:2
0,5 cm = rapporto 1:4
4 cm = rapporto 2:1
Tubi di prolunga. Fonte www.nital.it
I tubi di prolunga aumentano la distanza tra obiettivo e piano pellicola, tiraggio e consentono di mettere a fuoco soggetti sotto la minima distanza di messa a fuoco dell'obiettivo utilzzato.
A differenza di quanto citato nell'uso delle lenti addizionali alla determinazione del rapporto di riproduzione e della distanza di messa a fuoco, concorrono sia la lunghezza del tubo, sia la focale dell'ottica utilizzata.
Rapporto di riproduzione = Tiraggio/Lunghezza focale
Esistono degli strumenti appositi che imitano il comportamento degli obiettivi macro puri, si chiamano tubi di prolunga. Essi sono delle speciali addizioni da interporre fra un teleobiettivo e il corpo macchina che permettono di aumentare la focale.
La scelta del giusto diaframma in una fotografia macro influenza pesantemente la profondità di campo. Se il soggetto da riprendere presenta anse, picchi, pieghe, un diaframma chiuso permette di riproporlo in fotografia in maniera bidimensionale anche se è necessario allontanare la fotocamera e servirsi di un treppiede. Diaframmi dell'ordine di oltre f/22 sono detti diaframmi descrittivi.
Fate attenzione alla differenza della profondità di campo in questa fotografia macro. La prima è stata scattata a f/2.8 con un 55 mm ma in una distanza di 3 cm soli solo alcuni acini d'uva sono a fuoco. La seconda invece è più descrittiva ed è stata scattata con un f/32 con la fotocamera montata su treppiedi.
Fonte: Corso Avanzato di fotografia, Bryan Petterson
La tecnica di isolare il soggetto usando un diaframma molto aperto spesso in unione ad un teleobiettivo non è molto usata in macrofotografia. In genere chi scatta macro usa diaframmi f/22 o f/32 per ottenere una zona di nitidezza più estesa possibile. Non sempre è necessario seguire questa regola, in questa rosa ad esempio è stato usato un f/2.8 per rendere i petali con un dolce e soffuso effetto bokeh (sfocatura). In tal modo l'immagine acquisisce una dimensione più elegante e delicata rispetto ad una nitidezza spinta che avrebbe trasformato una macro in una foto tecnica, trasmettendo meno emozione all'osservatore.
La tecnica di isolare il soggetto usando un diaframma molto aperto spesso in unione ad un teleobiettivo non è molto usata in macrofotografia. In genere chi scatta macro usa diaframmi f/22 o f/32 per ottenere una zona di nitidezza più estesa possibile. Non sempre è necessario seguire questa regola, in questa rosa ad esempio è stato usato un f/2.8 per rendere i petali con un dolce e soffuso effetto bokeh (sfocatura). In tal modo l'immagine acquisisce una dimensione più elegante e delicata rispetto ad una nitidezza spinta che avrebbe trasformato una macro in una foto tecnica, trasmettendo meno emozione all'osservatore.
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